#allenarmi oggi e anche domani
Explore tagged Tumblr posts
Text
Ho bisogno di tre cose:
1- ritrovare me stessa, che qui è un caos di me che mi comporto come se volessi una cosa e invece ne voglio un'altra, mi sembra di vivere a tentativi e sta diventando faticoso
2- un'amicizia vera come quelle che avevo in Italia. È carino avere per amici i colleghi, si fanno cose insieme e mi diverto ma manca qualcosa
3- affetto, vorrei essere accarezzata per un'ora e abbracciata per altre 2 e baciata per 3
#4-fermarmi un attimo#oggi devo già fare mercato presentazione per la 27482 volta e partita di basket stasera#lasciatemi morire nel letto un giorno solo uno#ah dovrei anche pulire casa#i weekend dovrebbero durare 5 giorni come la settimana#allenarmi oggi e anche domani
31 notes
·
View notes
Text
Oggi andando al corso di giapponese ho voluto aiutare un signore con il deambulatore a scendere dal bus. Ci ho provato, non sono stato utile fin da subito. D'altra parte se non faccio le cose non le imparo. Da quello che so ora, una persona con il deambulatore che deve scendere da un autobus, può essere aiutata tenendo fermo l'ausilio una volta appoggiato sul marciapiede.
Al ritorno invece una signora anziana con una stampella mi ha chiesto di aiutarla quando sarebbe dovuta scendere e mi ha anche chiesto di dire all'autista di accostarsi bene al marciapiede alla sua fermata. Aiutando lei a scendere me la sono cavata allo stesso modo: non ho capito subito cosa la persona che avevo davanti voleva che facessi. Alla fine bastava soltanto che la tenessi per mano mentre scendeva.
Inoltre ho interagito con due persone sconosciute, aspettando diversi autobus in diverse fermate. Con la prima persona ci siamo guardati increduli dopo aver visto passare tipo 7 autobus fuori servizio scortati dalla polizia (per la partita della fiorentina), da lì abbiamo scambiato due parole. La seconda persona mi ha chiamato per chiedermi informazioni su quando arrivava un autobus, visto che avevo il cellulare.
Il corso di giapponese mi stanca sempre molto. In ogni caso stamattina mi sono svegliato anche relativamente presto per andare a lezione di Game Development. Devo ancora portare fuori Lucky, sistemarmi. Domani devo fare la spesa e devo allenarmi.
2 notes
·
View notes
Text
Mi siedo per parlare seriamente con te. Hai tutte queste scuse? Seriamente, hai tutte queste scuse? È l'una di notte e ho appena finito di allenarmi perché ho un obiettivo, fisico, come tanti altri e invece tu ti lamenti che non hai tempo per raggiungere il tuo. Se tali obiettivi sono davvero importanti, lo sono per te. Il tempo lo trovi ovunque, anche se sono 30 minuti. Anch'io ho un migliaio di scuse. Ho cenato e mi sarebbe piaciuto restare nel mio letto a dormire perché domani devo alzarmi presto, ma invece ho preso lo zaino, mi sono vestito e sono andato in palestra ad allenarmi perché i miei obiettivi sono più avanti delle mie scuse. Abbiamo tutti delle scuse e chi non c'è l'ha, se le crea. Ma quando si vuole realmente un cambiamento, come quello fisico, il tempo viene preso da dove non ce n'è. A me, per esempio, fa terribilmente schifo prendere questi frullati proteici, se mi seguite su Instagram saprete che lo dico ogni santo giorno perché non mi piace nessun sapore di quelli che ci sono e invece eccomi qui, all'una di notte, seduto in un parco, io da solo, per bermi questo anche se non mi piace, perché so che questo andrà ad aiutare il risultato che voglio ottenere in futuro. E questa è la vita. La vita non si tratta di stare comodi tutto il tempo. A volte devi fare cose che ti disgustano o che non ti piacciono per ottenere la ricompensa che tu desideri. Ma ogni giorno ci abituiamo ad avere tutto più facile pur di rimanere nella nostra zona di comfort, è troppo comodo lì. Nella vita, se vuoi alcuni risultati, si basa su questo, sul rischiare cose, come potrebbe essere il tuo tempo. Io oggi, mi sono tolto ore di sonno, ma ho fatto un piccolo passo avanti. Se non ci fossi andato, avrei fatto comunque un piccolo passo indietro perché ho una routine fissa. Una routine che devo rispettare ogni settimana e se un giorno fallisco, fallisco come persona e non tollero di fallire come persona. Se tu lo tolleri, non meriti comunque tutte le ricompense che vorresti ottenere in futuro. Non costa nulla essere una persona migliore ogni giorno ed essere una persona migliore con te stesso, raggiungendo i tuoi obiettivi, ammesso che li desideri così tanto
#cit#citazione#citazioni tumblr#frasi#frasi tumblr#frasi tiktok#parlare#scuse#notte#allenamento#obiettivo#lamentarsi#tempo#raggiungere#realizzare#importanti#creare#volere#cambiamento#schifo#frullati proteici#sapore#gusto#piacere#aiutare#risultato#ottenere#futuro#vita#stare
3 notes
·
View notes
Text
Selvatica - 34. Come una pianta selvatica
Il rumore della TAC lo infastidiva più del normale, faticava a tenere ferme le gambe quando queste volevano solo correre, correre e fargli male in modo da sentire solo la fatica, solo la stanchezza, senza quel fastidioso turbinio di pensieri che gli stava facendo venire un gran mal di testa.
Corinna stava soffrendo. Era evidente, bastava solo guardarla di sfuggita per cogliere nel suo sguardo un abisso di tristezza. Ma lei non gli permetteva di entrare in quell'abisso e Ante non sapeva più che fare. Con lui era felice e non fingeva. Ante lo sentiva nel profondo del cuore, una sensazione di connessione così forte che lo spaventava a morte quando poi si ritrovava a dover fare i conti con i silenzi di Corinna.
Odiava quel bastardo di Carmine con tutto se stesso e se avesse scoperto che aveva fatto del male a Corinna lo avrebbe ammazzato. Perché girava sempre attorno a Corinna? Che voleva da lei? Che ruolo aveva nella sua vita? Erano da soli in casa e Corinna tremava quando gli aveva aperto la porta. Doveva per forza essere colpa di Carmine. Ante l'aveva salutata solo un'ora prima e stava benissimo, felice e raggiante.
Corinna aveva accennato al padre, e nonostante la prima volta che gliene aveva parlato sembrava aver superato il trauma di una morte violenta, a quanto pareva non era così.
Ante pensava che Corinna avesse solo bisogno di parlarne. Voleva che lei si aprisse con lui senza alcuna paura.
«Rebić cerca di stare fermo, per favore.»
La voce nell'altoparlante lo fece innervosire ancora di più. A che servivano quei cazzo di controlli? Aveva detto che stava bene. Zoppicava un po', ma stava bene. Sarebbe passato tutto nell'arco della giornata.
Sbuffò esasperato. Si stava cacciando in una situazione che non gli piaceva.
Si erano dati appuntamento nel suo appartamento. Ante aveva cercato di tenersi occupato nell'attesa ma più si impegnava a fare qualcosa più la testa si affollava di domande. Domande su domande, che portavano a altre domande e zero risposte.
Vederla fu un tuffo al cuore. Perché doveva reagire così a quella ragazza? Perché proprio con lei?
Corinna sorrideva e aveva riacquistato il pieno controllo di sé, come se quella mattina non ci fosse mai stata, come se Ante avesse solo sognato di vederla distrutta. Una parte di lui la ammirò. Nonostante le tempeste emotive lei riusciva a rimanere forte e salda. Come una pianta selvatica, sarebbe rinata in qualsiasi clima ostile. Tenace e bellissima.
Si scansò per farla entrare. Lui al contrario doveva conservare un'aria ancora abbastanza arrabbiata perché Corinna non si avvicinò nemmeno per abbracciarlo. Si morse il labbro e abbassò di poco la guardia, quel tanto che bastò a Ante per vedere un filo sottilissimo di insicurezza.
«Come è andato il controllo?»
«Bene. Domani torno ad allenarmi.»
«Sono contenta.»
Ante rimase qualche secondo a fissarla, le iridi marroni rimanevano incollate su di lui, sospese. Lei esitava, forse le risultava difficile dirgli quello che le stava accadendo. Lui non sapeva cosa aspettarsi e temeva che potesse trattarsi di qualcosa che lo avrebbe costretto a rinunciare a lei. Poi le afferrò il braccio e la attirò a sé.
Il suo odore ebbe l'effetto di calmare l'agitazione interiore. Curioso, dato che proprio lei l'aveva scatenata. Corinna lo strinse con trasporto, schiacciando il viso sul suo petto e stringendolo forte. La sentì abbandonare la tensione delle spalle e respirare più lentamente. Possibile che anche lui avesse su di lei lo stesso effetto che lei aveva su di lui?
«Che ti è successo oggi?» chiese, scostandole i ricci dietro la spalla.
«Niente, Ante. Solo... pensieri. Sono diventati troppo soffocanti.»
Ante chiuse gli occhi e buttò fuori l'aria. "Niente" non era una risposta che poteva accettare. «Ma pensieri di che tipo? Riguardano quel Carmine?» Il solo pronunciare quel nome gli mandava il sangue al cervello.
Corinna si staccò da lui. «No.»
«Come no! Corinna, non sono stupido. Ho visto come ti guarda, ho visto come si è comportato oggi. Non si è nemmeno scomodato a giustificarsi e ha preferito fare il duro con me piuttosto che chiarire la sua posizione.» Se fosse stato in buonafede avrebbe quantomeno spiegato il perché della sua presenza.
«Hai ragione, Carmine oggi mi ha rotto le palle. Ma lui non c'entra con tutto il resto.»
Per un attimo gli venne da sorridere nel vedere la reazione di Corinna, più accesa rispetto al solito modo gentile che aveva lei. Ma la rabbia era sempre in agguato sottopelle e serrò i pugni, nascondendoli nelle tasche per evitare di colpire il muro. Aveva ragione lui, altroché. Quel cretino c'entrava qualcosa. «In che senso ti ha rotto le palle? Giuro che se ti ha sfiorato anche solo con un dito io lo ammazzo.»
Il viso di Ante era una maschera imperturbabile e fredda, non c'erano dubbi sul fatto che parlasse seriamente. Corinna esitò, si sottrasse al suo sguardo e andò a sedersi sul divano. Ante la seguì, sedendosi dalla parte opposta.
«L'ho trovato a casa quando sono rientrata stamattina e gli ho chiesto di andarsene ma non lo ha fatto. Questo mi ha messa un po' a disagio, però Ante non ti devi preoccupare, non mi ha fatto niente.»
Lui la fissò così intensamente che Corinna sembrò rabbrividire. «Dovresti parlarne con la tua amica e dirle di non farlo restare a casa tua quando lei non c'è.»
Annuì. «Lo farò più tardi. Ante...» Corinna fece un piccolo movimento verso di lui ma si bloccò subito. «Quello che mi sta succedendo riguarda mio padre e vecchie questioni che si sono trascinate anche dopo la sua morte. Però... preferisco non parlarne.»
Ante annuì, spostando lo sguardo davanti a sé, verso la tv muta, con gli occhi che seguivano le immagini che venivano trasmesse, pensando a quanto dovesse essere difficile per una ragazza di soli diciotto anni non solo perdere il padre, ma scoprire che si era addirittura tolto la vita. Che ne poteva sapere lui dei suoi pensieri se Corinna non li condivideva? Poteva solo provare a immaginare.
«Che questioni? So che hai appena detto che non ne vuoi parlare ma se ti fanno stare così io voglio saperle.»
«Economiche», fece lei, scrollando le spalle come se fossero cose di poco conto.
Ante ebbe un attimo di esitazione. «Hai bisogno di soldi?»
Lei si affrettò a scuotere la testa. «No.»
«Corinna, se hai bisogno di soldi io...»
«No, Ante. Vedi è proprio questo il motivo per cui non ne voglio parlare. Non voglio niente da te, né tantomeno voglio che pensi di dovermi aiutare, non potrei sopportarlo. Poi ho risolto tutto.» La determinazione con cui lo disse lo fece sentire orgoglioso di lei. Stava per coprire la distanza che li separava e abbracciarla, però lei continuò. «Il punto è che domani è l'anniversario della sua morte. È sempre un giorno particolare.»
Lo sguardo di Ante si addolcì. «Almeno posso accompagnarti? Al cimitero o in qualunque posto tu decida di commemorarlo.»
Corinna sorrise. «Sì. Mi farebbe piacere.» Si alzò dal divano. «Vado o farò tardi al lavoro.»
«Aspetta, vieni qua.» Ante si alzò. «Dammi almeno un bacio.»
Corinna poggiò le labbra sulle sue e lui la prese in vita. «Torni qui a dormire? Vengo a prenderti quando finisci.»
«No, farò sicuramente tardi e tu domani ti alzi presto.»
«Allora passo più tardi a farti un saluto con gli altri. Abbiamo una cena a casa del mister, stasera.»
Corinna gli diede un altro bacio. «Ti aspetto.»
Si sentiva più tranquillo, anche se non sapeva se Corinna avesse davvero risolto i problemi economici oppure no. Voleva che lei capisse che se l'aiutava non lo faceva per pietà, ma perché stavano insieme ed era normale condividere certe cose. Per lui i soldi non erano un problema. Ma era felice che almeno gli aveva detto qualcosa, e questo discorso lo avrebbero affrontato più in là.
Sentì la tensione scivolargli via dalle spalle piano piano e il suo cuore liberarsi dalla morsa che lo teneva stretto stretto. Non era niente di insuperabile, non avrebbe dovuto rinunciare a lei e niente lo rendeva più felice in quel momento.
2 notes
·
View notes
Note
Deve essere un pregio intendi, il sentirmi “diverso” dagli altri. Giusto?
E un po’ lo voglio vedere come tale perché da un lato mi sento spesso solo, provo un po’ di solitudine perché appunto ho un carattere più sensibile e molto (forse troppo) empatico. Dall’altro lato mi da quasi una sensazione di integrità morale che mi carica a non voler cambiare il mio carattere per dover essere come tutti gli altri.
Per la tua passione del pugilato, certo, immagino non sia facile doverla reprimere, o non avergli potuto dar seguito, far sì che potesse diventare il tuo “lavoro”. Ancor di più se ti sentivi abbastanza all’altezza. Ma forse, prima la posizionerai nel cassetto delle esperienze della tua vita, prima riuscirai ad andare avanti. Può darsi? (Il che non è facile, lo so).
Intanto hai questa sfida dell’esame (domani mi sembra) e conta mettere quest’altro mattoncino per mettere le basi nella possibile avventura dell’insegnamento. E spero che lo passi alla grande. Vorrei sapere poi.
L’esame l’ho sostenuto oggi e fortunatamente è andato bene (30).
Fai bene ad essere orgoglioso di quello che sei e della tua, come da te definita, “diversità”.
Se questo è quello che sei autenticamente non devi nasconderlo.
Nel tempo sicuramente alcuni aspetti del nostro carattere variano: su certi tratti si lavora volontariamente, altri invece vengono fuori o vengono rimossi per il naturale corso della propria esistenza e delle proprie esperienze.
Anch’io da giovane avevo idee e comportamenti diversi da quelli di oggi. Per certi versi sono cambiato in meglio, e per altri purtroppo in peggio.
La mia passione per il pugilato l’ho purtroppo già messa da parte, anche se mi piacerebbe tornare ad allenarmi e fare anche solo un po’ di sparring a livello amatoriale (magari ora avendo terminato gli esami riuscirò a ritagliarmi un po’ più di tempo libero).
Ma veniamo a te: mi hai parlato di sentirti solo per via del tuo carattere e della tua sensibilità, ma come vivi questa tua solitudine? Credi che queste tue caratteristiche ti siano di intralcio e ti limitino nei rapporti con gli altri o viceversa limiti tu stesso i tuoi rapporti con gli altri per via della tua sensibilità? Se non vuoi rispondere sentiti libero di non farlo, o se preferisci farlo privatamente puoi rispondermi anche tramite messaggio.
0 notes
Text
Il giorno in cui non ho fatto niente e si è rotto tutto
11 aprile 2024.
Ore 7:30
Non ho chiuso occhio. Deboroh ha miagolato non so verso quale ora, dopodiché solita notte di merda all'insegna dei cartoni animati non desiderati. Mi allenerò senza voglia, poi spesa, poi video. Ho già fame. Devo piantarla di non mangiare nulla appena sveglia. Vabbè, ormai è andata. Ho già fatto diversi lavori, oggi devo anche risolvere la questione telefono (che ovviamente va restituito, troppo una chiavica) e vedere se posso pagare a rate qualcosa che non voglio ma è l'unica roba che c'è disponibile. Un mese per rimpiazzare telefono e bicicletta e non ci sono riuscita. Allucinante.
Ieri il video spazzatura di sottomarche è fallito, quindi basta, non ripeterò più l'esperimento. Vado, chi si ferma è perduto.
Ore 12:30
Sono del tutto sorda. Seriamente. Devo iniziare a riposarmi da palestra e riposarmi in generale. Oggi non avrei dovuto fare una ceppa. Continuo a non capire questa voglia inutile di allenarmi che tanto non porta da nessuna parte. Questa è un'altra cosa che vorrei cambiare. Non ho preso manco la pillola. Infine, tanto per gradire, si è rotta la ps4. Volevo la ps5, ma io devo sempre cambiare un telefono. Non so bene da dove far uscire i soldi, quello che faccio è il massimo che posso fare e mi sembra che già sia parecchio (guadagno più adesso di quando andavo a lavorare nella vita vera). Il fatto è che da sola non è fattibile e aiuti non ce ne sono. Comincio ad avere fame. Oggi ho segnato gli orari, la cosa funziona, mi do il tempo di fare le cose e sentire appetito. A colazione ho mangiato le gallette con un paio di burri di frutta secca, molto buono. Sono riuscita a non mangiare la marmellata all'alba e sinceramente sono contenta. Avevo fame, ma niente di proibitivo.
Ho aggiornato il blog. Nient'altro.
Ore 21
Giornata vuota. La mia vita è sempre stata solo un susseguirsi di liste di cose da fare. Ho avuto sempre la fissa di dover fare cose, di imporle persino, e che fare due volte di seguito la stessa non era cosa buona perché sennò sai che palle. Quando cerco di uscire da questa routine di hobby/impegni, rimane il vuoto. Con Alfredo non si riesce a fare niente. Da quando non lavora più (ormai 5 anni) ho smesso di giocare. All'inizio pensavo fosse una coincidenza, ma no. La realtà è che lui vive su quella playstation, che io ho sempre i minuti contati e che la libertà di stare 6 ore su un videogioco, ogni giorno, io non ce l'ho. Io, a quanto pare, ho libertà di lavorare 12, ma se faccio qualcosa di mio e basta, senza scopo, non si può fare. Perché rubo il tempo a qualcosa che neppure facciamo più. Sicuramente me lo autoimpongo, questo limite (non ricordo mi abbia mai detto robe del genere), ma di fatto quello che accade è questo: ho smesso di giocare. La playstation non è più mia. E infatti ho comprato una Nintendo, che non uso, perché non mi piace.
Sono riuscita a inserire i cartoni animati perchè sono unità brevi (e anche perché i film li avevo debellati da tempo senza neppure rimpiazzarli: piuttosto guardavo il vuoto che quella spazzatura americana). E quindi diventando un'abitudine, ormai si guardano e basta. Riesco a leggere, perché pure lì si tratta di intervalli brevi. Ma se domani volessi prendermi Dragon Dogma e giocare 24 ore (non dormire, persino, per giocare, come facevo prima)... non è più possibile. Ci fosse almeno una ragione. Tipo Questo tempo serve a questo. No, quel tempo serve a rodermi dentro, a guardare un telefono che detesto, a leggere e guardare puttanate (cosa che non posso fare nemmeno quasi mai, perché come metto un video lui ci parla sopra. Se poi tolgo il video, di nuovo silenzio per ore. Sembra quasi lo faccia apposta). Ne ho pieno il cazzo di questa vita qui. Ne ho pieno il cazzo un po' di tutto. Ma più che lamentarmi non posso fare perché non mi viene in mente nulla da fare in alternativa. ho esaurito del tutto le idee.
Stamattina alle sei avevo deciso di vedere un film. Sono le nove, prima delle nove e mezza non inizieremo a guardarlo e quello che so è che non riuscirò a guardarlo. Perché ho sonno, stanotte non ho chiuso occhio.
So che la playstation è rotta. Che il telefono è rotto. Che devo spendere altri mille euro (e questi mesi abbiamo già cambiato pc e frigorifero e aggiustato mille minchiate) di botto e la cosa mi deprime tantissimo.
Che giornata di merda.
0 notes
Text
Oggi pomeriggio ho salutato un'amica che partirà per l'Irlanda e dire che mi mancherà è riduttivo però sono così fiera, chissà che l'Irlanda non diventi meta di miei viaggi futuri! Allenarmi mi fa davvero bene, soprattutto mentalmente; osservo e studio il mio corpo, sotto questi occhi sempre troppo critici, lo vedo trasformarsi, cambiare, sbocciare. Sorrido mentre ripenso a questo folle periodo appena trascorso, mesi pesanti e stressanti, la testa assente e poco lucida, smarrita in tutti quei pensieri. "Sono qua" Domani sarà l'ultimo giorno con la mia lunghissima chioma riccia e questo biondo sulle lunghezze spuntato naturalmente con il sole. Non so se sono pronta ad abbandonarlo ma dopo due anni di ritocchi e sforbiciate presso me stessa hanno bisogno di un giorno di amore. Periodo in cui anche i miei occhi e le mie mani desiderano con più bramosia. Giorni intensi, decisioni prese, cambiamenti nell'aria, progetti e partenze imminenti, un compleanno in arrivo e mille cose da organizzare ed incastrare. È un caos e mi rispecchia
12 notes
·
View notes
Photo
Son seduto davanti al mio foglio virtuale da più o meno un’ora, riassumere in una lettera cosa sia stata, e cosa sia tutt’ora, la pallacanestro per me, mi fa tornare alla mente il vuoto cosmico che avevo in testa durante la terza prova all’esame di maturitá, preparato dal sottoscritto da manuale (spoiler pesante della mia vita in arrivo), con pomeriggi passati in palestra ad allenarmi o al campetto a tirare, per sfide di 1vs1 ai 100 e tirare ancora, al posto di provare a passare anche solo una mezz’ora buona coi libri in mano. Pensiero che non rientra (tra l’altro) propriamente nella top 5 dei ricordi migliori che ho a parte, l’unica spiegazione che mi do per questa difficoltá nel buttare giù due righe sulla palla a spicchi è che penso abbia rappresentato praticamente qualsiasi cosa per me.Scontato dirlo, un po’ meno scriverlo.
Da bambino è stata la prima cotta, esatto, quella che ti faceva venire le farfalle nello stomaco, che vi emozionava, che vi lasciava senza fiato con uno sguardo, era gioia pura insomma...mi piaceva, io forse a lei un po’ meno, perdevamo praticamente sempre, chi mi conosce un po’ sa che (oggi come ieri) ho qualche problema a metabolizzare una sconfitta, ma ci davo dentro sempre, la corteggiavo a modo mio senza un domani, allenamento dopo allenamento, finchè finalmente non si è decisa, dopo non mi ricordo quante sconfitte arriva il momento che sogni da giorni, la tua prima vittoria, ce l’hai fatta, ero riuscito a prenderle la mano!
Da li in poi, ad oggi, è stata una corsa durata praticamente 26 anni.
Da adolescente ha assunto più forme di quante potessi immaginare. Siamo passati da prima cotta, a convivenza totale (e spesso quasi letale) nel giro di pochi anni. Da convivenza è diventata una vera e propria scuola di vita, con tanto di insegnamenti pratici, che tu fossi pronto o meno. È stata delusione, poi gioia infinita, di nuovo delusione e così via, una montagna russa, un sali-scendi di emozioni clamoroso durato quasi 10 anni. È stata odio per diverso tempo, perchè ad un tratto ho odiato la palla a spicchi. Non capivo al tempo perchè non ricambiasse tutte le attenzioni che le davo io, sembrava respingermi, tenermi lontano. Fortuna mia, in quel periodo, entro per caso nel mondo dello streetball, del 3vs3, della musica rap mentre si gioca, insomma...avevo appena conosciuto quell’amico che fa solo cose fighe, che ti crea situazioni interessanti, che ti lascia libero di esprimere te stesso senza giudicarti. Posso dire senza problemi che senza il basket estivo al campetto, tra un torneo e l’altro, probabilmente la mia vita cestistica avrebbe avuto vita molto breve.
Nel giro di un’estate di punto in bianco la pallacanestro subisce l’ennesima mutazione, da montagna russa, da odio, da amico, da amante, all’improvviso diventa una compagna di viaggio clamorosa. E non mi lascia mai, mi accompagna per mezza Italia, ci rincorriamo stagione dopo stagione, annata dopo annata.
Nel frattempo passano 10 anni, che mentre scrivo sembrano molti meno per la velocitá con cui sono trascorsi. In tutto questo crescendo e maturando (ma non troppo) col tempo ho poi potuto comprenderne e conoscerne meglio altre mille sfaccettature. È stata stata una famiglia, che mi ha accolto in ogni momento, mi ha dato un posto dove stare, mi ha dato altri fratelli che diversamente non avrei mai avuto , è stata un strada da seguire che mi ha permesso di fare tra le 7 e le 8 miliardi di esperienze, negative e positive, mi ha fatto conoscere persone, stringere legami che tutt’ora sono fortissimi e vivi con persone di qualsiasi zona dell’Italia e non.
Ha avuto la pazienza di farmi da vice mamma e vice papá, che per quanto insostituibili potranno mai essere, spesso e volentieri a 1000km di distanza, facevano fatica a gestirmi.
Ragazzi, è stata una tour operator clamorosa, mi ha fatto conoscere posti che mi porto nel cuore ancora oggi per la bellezza pazzesca e mi ha imposto di approfondire la conoscenza con luoghi che a prima occhiata non mi sarebbero andati a genio, facendomene scoprire invece tutti i lati positivi.
Mi ha permesso, da buona agenzia matrimoniale, di rendermi conto che il basket che corteggiavo io non fosse l’unico, ma ne esistevano altri mille in giro, che soprattutto sembravano tollerarmi vagamente meglio rispetto a quello!
È stata un’università clamorosa. Ha professato pazienza, ha spiegato i rapporti umani, ha tenuto lezioni su cosa non fare mai in uno spogliatoio (ci vorrebbe una lettera a parte), corsi di gestione delle emozioni, ai quali spesso ero però assente, lo ammetto, e dottorati sul non arrendersi di fronte a imprevisti e problemi perchè c’è sempre qualcosa di positivo, dopo.
È stato dolore, molto, un ginocchio, una serie incalcolabile di infortuni, punti, lesioni ecc...ma che si è trasformava in gioia, infinita, ogni volta che dopo ogni stop rimettevo il culo al suo posto, sul parquet.
Sei stata insegnamento, quello giusto, quello sano, hai indotto in me principi come il rispetto, la condivisione, la trasparenza, la fiducia e l’onestà
È stata un turbinio di esperienze, una montagna russa emozionale, una corsa su una Ferrari lanciata ai 300km orari su un rettilineo costituito dalle tappe della mia vita...
Inoltre la cosa assurda è che non so bene cosa potrebbe diventare in un futuro prossimo, tra qualche anno, ma mi incuriosisce da matti pensarci, fermarmi anche solo qualche secondo ogni tanto e chiedermi in cosa potrebbe ancora evolvere il nostro rapporto così lungo e così mutaforma giá fin’ora.
Ma ritorniamo alla domanda iniziale, che si è divagato un po’ troppo mi sa...
Cara palla a spicchi, cosa sei quindi per me ora?
Sono convinto che tu, per me, sia tutto quell’insieme di emozioni, insegnamenti ed esperienze che buttate nell’enorme calderone che porta il mio nome, mi abbiano portato ad essere la persona che sono ora, componendo la parte migliore di me.
3 notes
·
View notes
Note
Nella vita reale la superficialità, l'insensibilità, la mancanza di empatia che sento intorno a me stanno distruggendo da tanto tempo l'animo mio, facendomi sentire sola, abbandonata, dimenticata. Spesso sento che le mie sfumature emotive non siano mai state considerate, ascoltate e rispettate per davvero, specialmente in famiglia...
tesoro, purtroppo non so cosa dirti se non questo: la vita spesso è dura e ti mette alla prova. come sapete anche voi io ho attraversato una fase nella quale volevo porre fine alla mia esistenza, proprio perchè non mi sentivo capita. credevo che continuare a respirare fosse inutile e che andandomene avrei fatto un favore a tutti.
poi ho aperto gli occhi, con il tempo, con le cure. mi sono accorta che io avevo a disposizione una vita nella quale potevo davvero fare il massimo e cambiare le cose. ho ripreso gli studi, ho creduto nelle mie capacità e nelle relazioni che stavo creando e che già avevo. ora ho i miei amici, sono normopeso, ho iniziato ad allenarmi per avere il fisico che voglio e ho persino paura di morire. non sono un fenomeno o un supereroe; ho anche io i miei alti e bassi. piango spesso, urlo, mi incazzo. ci sta. siamo umani.
se non ti senti compresa in famiglia, puoi sempre cercare di parlarne con loro e se non capiscono ti ricrei una famiglia con i tuoi coetanei o con altre persone. datti tempo, non tutto arriva subito.
non mollare oggi, perché domani potrebbe essere il giorno che ti svolta la vita. ripetitelo sempre.
4 notes
·
View notes
Text
18-03-2021
Ti svegli e il profumo del caffè non è più lo stesso..
Oggi non mi sento un granché, sento delle mancanze e vorrei non dovermi spiegare con nessuno, ma solo qualcuno che le colmasse.
Da domani si rientra in sede #dibonuebonu
Non vedo l’ora di rientrare in FMF, posto fantastico pieno di gente fantastica! Sto iniziando ad amare il mio lavoro anche se non vedo l’ora di staccare.. voglio allenarmi come ieri.. sessione devastante!
1 note
·
View note
Text
ho un sacco di cose che mi girano per la testa e nessuno a cui dirle, o meglio, non credo di avere voglia di sprecare fiato così (per lamentarmi) quindi opto per il caro vecchio tumblr che mi accoglie e non mi giudica, so:
ho preso quasi una settimana di pausa dall’esame di lunedì, ne ho solo approfittato per mettere tutto a posto il materiale da ripetere e oggi, che avrei dovuto ricominciare a pieno regime, ho zero voglia e mi sono già addormentata due volte sui libri/appunti/sbobine/voglio morì
settimana scorsa sono tornata in palestra ed ero così contenta di rivedere tre/quattro persone in particolare e per me è una coccola, ma ho paura che ritornare a pieno regime possa distrarmi molto dallo studio, d’altronde ho imparato ad allenarmi a casa in quarantena, ottimizzando i tempi e facendo quello che più mi andava, però il semplice confronto con altre persone che mi piace incontrare mi risolleva e trovare il giusto mezzo tra due cose (in questo caso studio e palestra) non è mai stato il mio forte e nella maggior parte dei casi ho sbagliato: questo mi terrorizza e mi blocca e non mi permette di fare nulla (vedi punto su)
avrei dovuto organizzare per bene tutta la settimana ieri, con allenamenti, ore di studio, palestra, appuntamento con la psico in presenza, ma avevo 0 sbatti e quindi niente, prima o poi capirò che procrastinare fa male a tutto, ma soprattutto a me
mi sono sentita molto sola e continuo a sentirmi sola ma non ripescherei nessuno dal passato, voglio solo andare avanti, anche se mi sembra abbastanza utopistico stringere nuove amicizie, mi sento così strana e poco apprezzabile a volte
almeno in questa settimana ho terminato il cambio di stagione e ho messo a posto l’armadio come dico io, ma mi sento indietro e torno sempre lì, al solito vuoto, ed è incredibile come pensare ad un cambio di stagione rimandato per fare un esame mi faccia sentire uno schifo e mi rimandi subito a quello che non ho fatto, alle occasioni mancate, al tempo perso
penso a lui ma non lo vedo più come una possibilità, credo che il capitolo sia chiuso e che ora mi sento molto più tranquilla, senza pesi e approcciare solo perché mi sento sola mi fa sentire una merda sola, quindi byebye
e niente guys, speriamo bene, posso anche iniziare a fidarmi di me e pensare che anche se oggi non ho fatto un cazzo, domani ho la possibilità di ricominciare da capo e anche di recuperare, jamm
15 notes
·
View notes
Text
Ritrovo un post scritto da me nel 2016 e rimango senza parole.
30/12/16
Pare che domani sia l’ultimo giorno dell’anno 2016.
Di solito, arrivati a questo punto, si comincia a tirare le somme e, non dimentichiamoci, non si può non pensare ai buoni propositi per l’anno che viene.
Io credo che guarderò a quest’anno come ad un periodo di transito, di cambiamento, di innovazioni e spinte. Ho lavorato, ho studiato, vissuto a Venezia, lottato contro il dolore, stretto rapporti indelebili e poi, a metà, sono partita.
Barcellona. Già so che sarà per tutta la mia vita un nome che mi porterò nel cuore. Ho creduto e voluto così ardentemente questo grande cambiamento e l’ho temuto con la stessa incisiva intensità con la quale l’ho bramato; alla fine sono partita. Ho affrontato con questo erasmus tutte le mie più grandi paure: l’incertezza, la solitudine, il distacco da casa e dalla famiglia ed infine, il fallimento. Mi scontro tutti i giorni con la paura di fallire. E no, non è sempre facile. In alcuni momenti credo che possa avere la meglio, ed effettivamente, mi vince. Capita che io mi senta fallire nel profondo, che mi senta terrorizzata. Paralizzata, incapace di gioire per le cose belle, di essere entusiasta per l’esperienza che sto facendo, di essere grata per questa tremenda opportunità che mi sono regalata e mi è stata possibile. Però, sono ancora qua. E si, oggi è l’ultimo giorno dell’anno (è passata la mezzanotte) e io posso dire di aver passato quattro mesi in Spagna e che sono stati incredibilmente pieni. Carichi di emozioni forti, di scosse positive, di dure prove e di risultati. Posso raccogliere i risultati di questi sforzi che ho fatto? Lo riesco a vedere, a sentire, quanto io sia cambiata, maturata?
Ed è qui che voglio ricominciare a lavorare, a riprendere ad allenarmi. Voglio davvero ricominciare ad essere capace di guardarmi dentro. Sono sempre stata tanto brava a leggere dentro me, a conoscermi, a sentirmi pervadere dalle passioni e dai sentimenti. Sono sempre stata vigile e reattiva agli stimoli del cuore. Sono sempre stata incline a farmi trasportare dal vento della vita, quella emotiva, quella che si cela e si muove nel profondo.
Il dolore mi ha resa sterile, questo lo dico sempre. La paura di guardare dentro me e leggervi ancora sofferenza mi ha resa cieca a me stessa, incapace di sentire. Provare emozioni.
Voglio rinascere in questo 2017 e voglio l’amore. L’amore prima di tutto verso me stessa. Voglio smetterla di provare astio nei miei confronti perché non riesco a reagire nella maniera che vorrei, perché provo paura e perché si, sono debole. Voglio smetterla di vivere le mie debolezze come fossero un problema. Voglio smetterla di vivere i brutti momenti con il timer acceso, pronta a re-indossare il sorriso allo scoccare della scadenza del tempo che mi concedo. Voglio smetterla di vivere il dolore come un problema. Di rispondere “sto bene” quando sto male, di cacciare giù le lacrime se ho bisogno di piangere, di essere perfino capace a non sentirle, le lacrime.
Voglio riappropriarmi del mio cuore, nel bene e nel male. Voglio ridonargli il mio supporto, la mia comprensione, la mia pazienza. Voglio imparare a non avere paura dello scorrere del tempo. Voglio vivere gli attimi un po di più, pensare al futuro ed al passato un po di meno. Voglio imparare a sentirmi piccola, e ad esserne felice; a sentirmi fragile, e ad esserne intenerita; a sentirmi ingenua, e ad esserne sorpresa; a sentirmi inesperta, e ad esserne divertita. Voglio farmi scendere dal mio piedistallo, perché si, le ambizioni che nutro per me sono troppe e troppo esigenti e no, non mi rendono felice. Voglio imparare a puntare dritto qualche volta, smettendola di vivere con gli occhi verso il cielo, in attesa che mi piova addosso qualcosa. Non si sa mai che guardando avanti possa raggiungere una scala, possa salire comunque.
Voglio rinascere in questo 2017 e voglio l’amore. Voglio riappropriarmi del mio cuore, nel bene e nel male. Voglio trovare la fede in Dio, e sentirmi una persona che cammina verso una meta diversa. Una meta interiore. Rivoglio i valori, i veri valori. Rivoglio sentirmi pulita, fedele, speranzosa.
Non voglio che sia la rassegnazione a guidare il mio cammino di guarigione. Piuttosto ecco, l’accettazione. Accetto che possano esserci ostacoli nel mio cammino, accetto il fatto che il mio corpo possa esserlo in primo luogo, la mia mente e io stessa, nel profondo. Accetto il fatto che non arriverò sempre alla meta che mi prefiggerò, d’ora in avanti nella mia vita. Accetto i fallimenti, quando arriveranno; le sconfitte, gli imprevisti che non posso controllare o risolvere. Accetto la mia fragilità, la mia confusione, la mia insicurezza. Accetto la mia complessità e la mia personalità che neppure io so bene inquadrare. Accetto di non poter essere la persona perfetta che vorrei, la persona forte che vorrei, determinata come vorrei, indipendente come vorrei. Accetto i miei difetti, accetto la mia crescita. Accetto il fatto che la maturità mi abbia resa più fragile sotto certi aspetti, più saggia sotto altri, ma anche più paurosa e meno speranzosa.
Si, sono cresciuta e ciò che ho vissuto, a partire dalla rottura della storia con Davide, mi ha resa forse più insicura, più timorosa. E va bene, lo accetto. Non si può combattere contro la vita, dichiarare guerra a se stessi perché le cose non sono andate come le volevo io. Accetto di non essere onnipotente, di non poter scegliere tutto o controllare tutto o gestire tutto.
E’ tutto ok Giulia, è tutto ok se a volte ti senti sola, o incompresa, o impaurita, o non abbastanza. E’ ok, stai combattendo contro tante cose e stai affrontando le tue paure più grandi, continua a farlo fin quando lo riterrai uno sforzo che vale la pensa di essere compiuto. Continua a pensare alla tua pancia che si blocca se ti fa paura, continua a pensare al tuo grande amore che non arriva se ti senti preoccupata. Continua a chiederti quando arriverà il momento il cui ti sentirai guarita. Ma ecco, credo che la mia crescita mi abbia portato la consapevolezza che la vita non può essere un quadretto perfetto. Ci sarà sempre, in qualsiasi momento, un punto grigio, uno strappo, una sbavatura. E allora è inutile inseguire la perfezione, inseguire dei sogni ed obiettivi utopici. Vivo a Barcellona e si, sono occupata a pensare a quello che mi manca, a quello che potrebbe accadermi di brutto o a come potrebbe essere meglio. E invece a volte basterebbe che guardassi a come sta andando questa esperienza, e a come sia bellissima così com’è, strana ed imprevedibile e non sempre facile ma sconvolgente, nel bene e nel male. Voglio lasciare la rabbia alle spalle. Voglio lasciare l’ambizione.
Per questo 2017 voglio imparare a sentirmi piccola, debole, imperfetta e comunque, e proprio per questo, accettare e amare me stessa.
Questo è il mio grande proposito.
1 note
·
View note
Text
15/06
Oggi sarà un nuovo inizio.
Manca solo 1 mese e 15 giorni al giorno del mio compleanno e il mio obiettivo è abbastanza vicino. Devo arrivare sui 47kg e poi finalmente potrò dedicarmi di più alla mia vita. Mi allenerò tutti i giorni come da programma tranne la domenica per poter far riposare il muscolo. Amo davvero allenarmi e spero di avere le forze nonostante la cattiva alimentazione. Non ho mai avuto nessun problema, nemmeno di giramenti di testa, mi alleno anche 1/2 ore al giorno ad una intensità medio/alta e soprattutto non faccio solo cardio. Mi piace molto correre ma solo facendo quello non potrò mai avere un corpo armonioso, l’ho giá provato sulla mia pelle e sinceramente non mi sono piaciuta. Quindi ora voglio dimagrire ma allo stesso tempo definire le zone che più mi interessano (gambe e pancia). Ieri ho mangiato del gelato ma da domani fino al giorno desiderato basta! Niente più dolci! Solo un alimentazione “”sana”” tra virgolette perché eliminare molti ingredienti come carboidrati, carne e latticini non é il miglio approccio ma ovviamente la mia testa non é ancora in grado di introdurle in modo regolare. Spero davvero di farcela così da potermi godere finalmente le mie amate vacanze in Puglia e poter mangiare tutto quel ben di Dio. Devo seguire un allenamento di 3 settimane di restart del metabolismo e poi altre 3 settimane dedicata a tutto il corpo e l’ultima settimana la dedicherò agli abs😍. Sono motivata e nessuno mi potrà fermare.
Obiettivo finale:
Seno 76
Vita 58
Fianchi 86
Braccia 18
Gamba 45
Peso 47kg
#skinyspo#women#cibo#calorie#fisico#fat#eating disoder things#grassa#ricordi#gambe#vacanze#puglia#magra#panciapiatta#allenamento#sfida#programma#rinascere#amore#diario#disturbi alimentari#alimentazione#diario alimentare#abbuffate#anoressia
12 notes
·
View notes
Text
Stamattina ho fatto il rinfresco al lievito madre.
Oggi sono stato a lavoro dalle 9.30 alle 18. Ho cotto il riso, ho impastato la pastella comune formando 10 pani da 4kg, ho impastato la pastella alla soia formando 3 pani da 4kg, ho condito il riso, ho impastato la pastella integrale formando 3 pani da 4kg, ho fatto la crema morbida e quella dura due volte, ho impastato il burro della sfoglia formando 10 panetti da 2,6kg, ho sfornato il pane di Sauro, ho impastato la pastella della sfoglia formando 10 piccoli pani da 2,3kg, ho fatto la torta di mele, ho fatto la torta cioccolato e pere, ho foderato e riempito poco più di una teglia di budini, ho stampato diversi budini, ho riempito circa 3 teglie di bigné. La Barbara oggi ha smontato la lavastoviglie alle 16, quando di regola dovrebbe smontarla alle 17. Se ne è andata poco prima delle 17 come suo solito, quando dovrebbe andare via alle 17.30. A me non frega più di tanto se se ne va via prima, però la lavastoviglie potrebbe spegnerla alle 17, come ultima cosa. Stasera ero in ritardo, con il mal di testa, e avevo accumulato diversa roba da lavare. Ho lasciato tutto nell'acquario, che si incazzino se hanno il coraggio.
Stasera sono andato a chiedere in palestra della possibilità di allenarmi con una spalliera nella sala grande dei corsi. Mi è stato detto che non posso stare da solo in quella sala, anche ammettendo di poter andarci quando non ci sono corsi. Quindi non mi sono iscritto, prima di rimanere voglio guardarmi in giro. La palestra che frequenta mia sorella Giulia l'ho vista, ora vorrei vedere la palestra che frequenta Andrea. Potrei andarci anche domani.
1 note
·
View note
Text
Ora in questo preciso momento sono divisa in due: sono terribilmente felice, per questa serata che mi ha gasata molto, che mi ha fatto venire una voglia assurda di allenarmi e migliorarmi e per Fra perché ripensare alle belle giornate con lui mi fa sorridere come una cretina, lo amo tanto ma l'altra mia metà è terribilmente turbata, confusa, che non sa bene cosa deve fare, come fare, come affrontare tutto, cosa provare a fare, cosa scegliere, se chiudere delle cose e aprirne altre o se restare così... Sono un po' in un limbo. Mi sono sentita tanto sola da quando sono tornata, sono stata messa un po' in disparte e vabbè non importa, mando giù e tra due giorni avrò già scordato tutto, mi sento in difficoltà, che non so bene dove sbattare le testa, cosa cercare di fare con la mia vita
Così sono a letto un po' in difficoltà su quali sentimenti concentrarmi di più e credo di aver deciso che devo essere felice e che domani, ovvero oggi, che è lunedì e che tutti sappiamo che le cose e i cambiamenti si fanno lunedì, iniziarò a fare e provare a risolvere una cosa alla volta
Speriamo in bene va là
Intanto HO VISTO LA ROYAL FAMILY FATEMI RIVEDERE ALTRI SPETTACOLI VI PREGO E MAGARI PORTATEMI FRA ANCHE GRAZIE
2 notes
·
View notes
Text
Ieri
scrivere una pagina al giorno, una forma di terapia
and i found love where it wasn’t supposed to be, right in front of me
sono sempre io che rovino tutto? c’è qualcosa di senso di reale o sono solo fantasie, è la solitudine a spingermi o è come deve essere?
sono convinta di no
ogni passo è uno sbaglio e la mia mente cerca solo una distrazione o una nuova fuga
taglierò i contattati per un po’ anche con lui
forse mi piace sentirmi male e potermi dire: non sarai mai come lei, non ti meriti nessuno, l’ennesimo passo falso
forse dovrei del tutto cambiare la mia visione delle cose
allenarmi a distendere la mente di fronte a queste distrazioni, evitare il rischio? non sarebbe un allenamento.
devo imparare a stare con me stessa prima che con qualcun altro
Allenamento. Dovrei concentrarmi sulle cose che contano, come iniziare e finire una frase con un punto, invece che spargere note insulse, solo perchè non sono soddisfatta nemmeno dei miei stessi pensieri. Devo trovare ed esprimere chiarezza, che sia solo mia, anche solo a me comprensibile, ma l’oscurità che mi pesa sugli occhi. Tagliare le frasi. Pensare a ciò che mi trasmette serenità.
Devo eliminare l’eccesso che mi circonda e che mi ha sempre circondato, l’eccesso di pensieri, di sentimenti, di carne e vestiti. Togliere gli strati per arrivare al nocciolo, e non sentire più finalmente questa pesantezza. Quando cammino sento il fiato corto, la fatica, fatica di pensare, parlare, muovermi, mi schiaccia. Da dove si inizia?
è un pomeriggio di inverno. ieri era così limpido e freddo, secco. oggi le nuvole bianche mi offuscano la vista. vorrei un altro pomeriggio limpido, mi dico, per ricominciare; vorrei ogni giorno la possibilità di ricominciare. Uscire a camminare e sentire i gradi sotto zero frustrarmi le guance e le mani, vedere i passeri volare e i frutti dell’inverno, la rosa canina, l’edera, le piccole foglie d’erba provare a resistere alla brina. Ma allora dovrebbe essere una mattina presto, con il sole ancora dietro la siepe, il giardino bianco di quei tanti piccoli cristalli. Ogni giorno vi vedo e vorrei venire a sdraiarmi tra voi ma non lo faccio mai. Una mattina in cui riesco a iniziare a vivere presto per sentire quel freddo chiaro e ancora pulito.
Mi sono svegliata da un bellissimo sogno, una mia solita illusione un po’ malata che dal peso dei giorni mi rincorre anche di notte. Ma questa volta era delicata, leggera, non c’era rabbia o rancore. un sogno leggero tra lenzuola bianche e morbide, pieno di luce, senza vestiti di mezzo a pesare sulla mia pelle. mi ha preso il viso tra le mani, mi ha accarezzato, mi ha detto: sei carina, sei proprio carina. io l’ho baciato, una volta, più volte.
la prima volta che mi succede un sogno del genere: mi fa rabbia, ma già ne ho nostalgia.
per chiunque altro questo è un gioco naturale della vita, in cui ci si rincorre e scontra, per me una tragedia, una sfida insuperabile in cui la mia mente si incastra in pensieri ossessivi, in contraddizione gli uni con gli altri, senza più contatto con la realtà. sono ormai senza più alcun contatto con la realtà. ho paura, ma ne ho mancanza.
l’unica cosa che so con certezza è che lo sento come l’ennesima povera vittima della mia solitudine, che mi mette in gabbia periodicamente con qualcuno di diverso, a lasciarmi scannare, riducendomi all’osso. forse anche questa è purezza.
continuo a camminare nel freddo chiaro e tocco le foglie e l’erba bagnata, pronta a gelarsi a sera. è già sera. mi sembra come ogni giorno di non aver vissuto mentre il sole tramonta. mi vengono già in mente i giorni di fine inverno, quando tutto è chiaro, ancora secco, ma vicino all’umidità perchè la terra si sveglia e canta e richiama alla vita. profumo di terra, di erba. profumo di un camino in lontananza, mi fa sentire a casa, al sicuro.
come raggiungere la purezza?
forse la strada è eliminare ogni preoccupazione, ogni vizio superfluo? devo eliminare ogni aspirazione che vada oltre a me stessa, accontentarmi del poco, ma quel poco raggiungerlo e toccarlo con mano. devo uscire a fare quella passeggiata. ma mi dico, di nuovo, domani.
1 note
·
View note